Craniosacrale e Stress

di Massimo Sacchi

La biodinamica craniosacrale, applicando i più aggiornati sviluppi delle neuroscienze attraverso il contatto e l’accompagnamento verbale, può rappresentare una pratica efficace nei confronti dello stress.

Lo stress è una categoria pervasiva se osserviamo i suoi effetti sulla nostra salute. Dal punto di vista medico, l’American Medical Association lo pone fra le cause primarie del 60% di tutte le patologie e l’elenco dei suoi bersagli è abbastanza corposo. Si può dire che nessuno dei nostri sistemi corporei ne sia esente, dal sistema nervoso al sistema cardiocircolatorio, dal sistema digestivo a quello immunitario. Dal punto di vista sociale, un altro dato significativo è quello fornito dall’American Psychological Association (APA), per cui un terzo degli americani vive in condizioni di stress estremo.

Questa pervasività è uno degli indizi che ci fa capire quanto con stress si intenda segnalare una causa che ha a che fare con gli stili di vita e con le capacità di elaborare alcune situazioni incontrate nelle nostre esperienze, le comuni come le eccezionali.

Cos’è lo stress

Lo stress si manifesta quando dobbiamo rispondere ad una situazione che percepiamo come una prova e per la quale sentiamo che dobbiamo mantenere una certa performance.

In realtà il nostro corpo è progettato per essere sottoposto allo stress e fornire così le risposte più adatte alla sua sopravvivenza a seconda delle richieste dell’ambiente. Infatti qualcosa scatta in noi quando incontriamo degli ostacoli e delle sfide, qualcosa che ci permette disviluppare le nostre competenze e la nostra creatività, levandoci certo dal sonnecchiante comfort delle abitudini, ma garantendoci un salto evolutivo, sia come specie che come individuo.

Secondo quest’ottica lo stress allora può essere un buon alleato, se preso a piccole dosi, perché ci da un’iniezione di energia. Diventa un nemico quando ce n’è troppo o è protratto a lungo.

Imparare la gestione dello stress è uno dei principali compiti richiesti  all’uomo contemporaneo e molto ha a che fare con l’attitudine con cui affrontiamo gli eventi. La pratica della biodinamica craniosacrale ha molto da offrire nei termini di alleviamento degli effetti sintomatici, di educazione alla resilienza e di scelte di vita il più possibile consone alla nostra natura.

La fisiologia dello stress

L’approccio Craniosacrale si confronta con lo stress e stabilisce strategie nei suoi confronti riconoscendo e nutrendo le potenzialità della persona. Lo considera innanzitutto sotto il profilo fisiologico dei processi intrecciati del sistema nervoso e del sistema endocrino, che gestendo le comunicazioni e le reazioni del nostro corpo agli stimoli esterni ed interni, sono i responsabili diretti del sentirsi stressati.

Si utilizza spesso come modello classico di risposta da stress, il comportamento ereditato dalle specie animali, di “lotta o fuga”, dove, in seguito ad uno stimolo avvertito come pericoloso, il ramo simpatico del sistema nervoso autonomo induce le ghiandole surrenali a rilasciare adrenalina, così che i sensi, i muscoli, il respiro e la circolazione sanguigna si mobilitino e vengano coinvolti per la lotta con la minaccia o per la fuga da essa. Affinché questo avvenga è necessario che il sistema si autopercepisca forte. In caso contrario la natura ha elaborato un modo elegante per soccombere alla minaccia e contrastare il dolore: entrare in uno stato di “congelamento” anestetizzante gestito dal ramo parasimpatico del sistema nervoso autonomo e dalla conseguente irrorazione endorfinica dei tessuti, così da inibire i segnali in entrata,.

Questo modello si completa oggi con quello, relativo ai soli esseri umani, della Teoria Polivagale del Dott. Stephen Porges, neuroscienziato americano, direttore del Brain-Body Center al Collegio di Medicina dell’Università dell’Illinois di Chicago: sembra infatti sussistere un ulteriore ramo del sistema nervoso autonomo, quello Sociale, che si sviluppa propriamente nelle relazioni degli umani coi propri simili e che mobilita tutte quelle espressioni tipiche della relazionalità, quali quelle del viso e degli occhi, il tono della voce, la postura delle spalle e delle braccia. Organizzato attorno al nervo vago manifesta in queste ultime “attivazione” (lotta/fuga) o “dissociazione” (congelamento) a seconda di come sia percepita la situazione relazionale e con quale attitudine vi rispondiamo.

 

È il perdurare in uno stato adrenalico, accoppiato con il cortisolo, altro ormone prodotto nella corteccia delle ghiandole surrenali e rilasciato lentamente per inibire e lenire le scariche adrenaliniche, a causare l’insorgere di patologie anche gravi quali l’ipertensione, il diabete di tipo I e II, la fibromialgia, il cancro. Allo stesso modo, stati di dissociazione continuati portano a disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento, insonnia, disturbi metabolici, decremento del desiderio sessuale.

Le sessioni

Al di là del disagio portato, sia esso un disordine del sonno o una sciatalgia, il corpo della persona racconta la sua storia di lotta, fuga e/o congelamento e sono queste categorie dello stress con le quali l’operatore craniosacrale comincerà a dialogare.

Un corpo stressato ha imparato a sentirsi costantemente minacciato e si è irrigidito in una reazione di aggressione/difesa: ha difficoltà a rilassarsi e presenta segnali tipici, una volta che si è disteso sul lettino, quali gli occhi aperti sbarrati, o se chiusi, percorsi da movimenti inquieti, ipertonicità muscolare, rigidità del trapezio e del bacino, respiro corto, sudorazione, secchezza orale, mascelle serrate… Al contrario, se sfiancato dalla minaccia, può presentare sonnolenza, flaccidità, estremità fredde, assenza di sensazioni…

L’obiettivo delle sessioni è quello di riportare il Sistema Nervoso Autonomo del cliente alle sue funzioni normali, orientate quindi al piacere, all’affettività e alla creatività. Con un Simpatico a sovraintendere la mobilità di arti e muscoli, indirizzata al nutrimento, al gioco, all’espressione,  all’orgasmo; un Parasimpatico a coordinare il rallentamento dei processi metabolici, incentivare gli stati meditativi, mantenere l’eccitazione sessuale, custodire il sonno; e con quello Sociale a permettere la verbalizzazione, le espressioni amorevoli, le interazioni e l’empatia.

Si tratterà di rientrare in contatto con la Salute, perché non è quest’ultima ad essersi persa ma il contatto con essa, la percezione del suo essere costantemente presente nelle nostre cellule.

L’operatore cerca allora di facilitare innanzitutto il rilassamento del sistema. Questo avviene col contatto corporeo, magari accompagnato da quello verbale, se l’operatore sente che la persona ha difficoltà ad essere presente. Infatti, se la caratteristica principale delle sindromi da stress è non essere riusciti ad elaborare una risposta coerente con le richiesta ambientali, rimanendo intrappolati in quel vissuto, allora bisognerà accompagnare il sistema a riaccogliere le sensazioni che stanno alla base di quell’esperienza e dargli la possibilità di viverne una migliore. Le sensazioni sono il linguaggio del sistema nervoso e ritornarne consapevoli vuol dire rallentarne il disorientante e sopraffacente sorgere e  sparire, inserendo di nuovo la possibilità di scelta nel processo così da ritornare a sentirsene padroni.

Il contatto può essere iniziato anche dal fianco della persona sdraiata sul lettino, per poi spostarsi alla testa a lavorare a livello dell’occipite, così da entrare in relazione col tronco encefalico, la centralina di tutto il sistema neuroendocrino.

Una volta che il corpo del cliente entra in uno stato neutrale possono esserci rilasci di tensione a livello degli arti, del diaframma addominale e anche a livello emotivo, magari con scoppi di ilarità o di pianto. Questi sono i segni che il sistema sta finalmente lasciando andare i gravami ritornando ad uno stato di equilibrio, la cui caratteristica principale è la resilienza, una sorta di autoregolazione attraverso la quale gli ostacoli tornano ad essere percepiti a partire dai propri confini e dalla propria forza ed emerge una qualità fatta di piacere, di curiosità per la novità e di creatività. A posto della coppia adrenalina/cortisolo il sistema comincia a secernere il deidroepiandrosterone (DHEA), prodotto nelle gonadi, nei surreni e nel cervello, attivato dall’energia della passione invece che da quella della rabbia. Dell’amore invece che della paura.

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