Ai bambini piace il craniosacrale

AI BAMBINI PIACE IL CRANIOSCRALE

di Luisa Brancolini con testimonianze raccolte da Serena Chellini

I neonati e i bambini amano raccontare le loro storie e comunicare le loro esperienze, il linguaggio che usano è universale, fatto di gesti, pianti e gemiti.  Comunicano senza parole, esprimono le loro emozioni in modo chiaro e preciso e quando si sentono ascoltati, riconosciuti e accolti si rilassano empaticamente.

Se abbiamo la capacità di comprendere il linguaggio corporeo, quei movimenti che arrivano dalla profondità della psiche del bambino e il loro significato, possiamo iniziare a conoscere ad un livello più profondo quel neonato e a sostenerlo appropriatamente nel suo percorso di crescita. Questi movimenti che arrivano dalla psiche e che possono esprimere rabbia, tristezza o stress sono correlati con diverse espressioni di pianto. Succede spesso che queste espressioni non vengano viste perché il pianto del neonato genera nei genitori, o nel caregiver, una risposta rivolta alla risoluzione del problema.

In realtà i bambini usano il pianto per differenti ragioni, ci sono fondamentalmente due tipi di pianto: il primo è quello che esprime il bisogno del momento presente, come il bisogno di essere cambiato, nutrito, o  preso in braccio e questo è il tipo di pianto che tutti possono riconoscere. Il secondo è chiamato pianto del ricordo o della memoria,  quello  che viene spesso accompagnato dal linguaggio corporeo del neonato, il Baby Body Language, ed è proprio attraverso questo linguaggio che il bimbo esprime sentimenti ed emozioni, come per esempio la tensione o lo stress.

Ascoltare la qualità del pianto, accogliendo quello che il bimbo ci vuole comunicare diventa di grande importanza per aiutarlo ad affrontare e a trasformare queste emozioni. Mentre offrire conforto o distrazioni, seppur con le migliori intenzioni, non porterà il risultato di accogliere e di far rilassare il piccolo, che probabilmente continuerà a piangere sentendosi ancora meno compreso. Sappiamo bene che è proprio raccontando la nostra storia a qualcuno che ci ascolta empaticamente che riusciamo ad averne una comprensione più profonda e a lasciarla andare.

Se immaginiamo di aver avuto una giornata molto stressante sul lavoro, di aver litigato con un collega o con un amico, quando torniamo a casa vogliamo condividere questa esperienza con il nostro partner, può capitare che mentre la raccontiamo non ci sentiamo accolti e sostenuti, ma riceviamo un feedback del tipo: “Stai tranquillo non ti preoccupare, non è niente” oppure “Dai, prenditi un caffè vedrai che ti sentirai meglio”, mentre quello che ci farebbe sentire davvero incontrati sarebbe che l’altra persona dimostrasse  di aver veramente capito, senza cercare di diminuire l’intensità del nostro sentire.

Il cuore dell’approccio craniosacrale biodinamico è proprio la capacità dell’operatore di “essere presente” momento per momento, ascoltare e accogliere il neonato così come è, nella sua interezza, per tutta la durata del processo, rimanendo in contatto con la quiete e con le forze originarie che creano e mantengono la salute.

L’operatore craniosacrale attraverso la sua presenza, un contatto delicato e l’orientamento ad un campo ampio può favorire l’emergere della storia, dei sentimenti e delle emozioni, permettendo al bambino di esprimersi totalmente, di trovare nuove soluzioni e di lasciare andare le tensioni sentendosi ascoltato e accolto. Durante la sessione di craniosacrale con un bambino o con un neonato è importante coinvolgere anche i genitori  perché è proprio a loro che il bimbo vuole far sapere tutta la storia.

Solitamente il genitore seduto tiene il suo bimbo in braccio o vicino a sé, l’operatore trova una posizione comoda, si assesta vicino a loro aspettando quietamente  di essere invitato per entrare in contatto con il bambino. Il contatto cambia a seconda di quello che viene manifestato durante la sessione, ma rimane sempre aperto alla percezione della quiete e dei ritmi lenti del Respiro della Vita. Questo approccio delicato permette l’emersione delle risorse, facilitando il ristabilirsi di un equilibrio e una maggiore intesa tra genitori e figli.

Una storia che i bambini amano raccontare riguarda il modo in cui sono venuti al mondo, vogliono far sapere come si sono sentiti e quanto questa esperienza è stata intensa per loro. Il processo di nascita è una delle esperienze più forti che possiamo avere, come  neonati possiamo sperimentare momenti di stress e di compressione legati allo spazio molto ristretto nel quale ci troviamo durante il travaglio e il passaggio attraverso il canale del parto. I punti più vulnerabili sono la testa, il viso e le spalle. Ci potrebbero essere anche profonde tematiche psicologiche derivanti da momenti stressanti dei diversi stadi del parto che inducono false credenze e limitazioni che ci accompagneranno per tutta la vita intensificandosi nei momenti di stress.

Attraverso l’ascolto profondo di un operatore di biodinamica craniosacrale bambini di tutte le età possono riscoprire la potenza e le risorse che sono stati in grado di contattare durante la nascita e utilizzare questa esperienza per aprirsi a nuove opportunità di vita. Se immaginiamo un neonato che durante la nascita  ha avuto il cordone intorno al collo, l’esperienza di questo bambino è che ogni volta che cerca di spingersi in avanti si sente strangolare e perde la connessione con la propria energia vitale. Questa esperienza così forte potrebbe creare la credenza che spingersi in avanti sia pericoloso e determinare atteggiamenti inconsci che non lo fanno vivere con pienezza.

Durante la sessione,  il bimbo che è nato con il cordone intorno al collo, potrebbe mettersi nella posizione in cui è rimasto incastrato nella pancia della mamma e incominciare a fare movimenti e gesti che fanno capire quello che è successo. L’operatore, accogliendolo empaticamente il neonato e tutte le sue manifestazioni, potrebbe far contatto ai piedi e sentire che il bimbo inizia a manifestare un impulso, iniziando ad avere la consapevolezza di potersi muovere in avanti senza paure. A questo punto del processo il bimbo vuole far sapere come è stato per lui quel momento e probabilmente inizierà a piangere. Questo è quello che chiamiamo  un pianto della memoria, il bimbo sta raccontando la sua storia e sappiamo che ogni esperienza difficile rivissuta in contatto con delle risorse, è una possibilità per evolvere attraverso lo stare con quello che c’è.

Con l’aiuto di un operatore in craniosacrale  è quindi  possibile esplorare il processo di nascita, affrontare le difficoltà, riconnettendosi con la propria interezza. Come lo sciamano dei tempi antichi aiutava a riconnettersi con le varie parti del corpo, gli operatori in craniosacrale  facilitano la riconnessione con i ritmi lenti, con le risorse  originarie e l’interezza,  creando le condizioni e l’accoglienza necessarie per l’evoluzione dei bambini, in modo che possano vivere una vita piena e gratificante. Non è mai troppo tardi per avere una nascita felice.

 

Testimonianze raccolte da Serena Chellini,  operatrice in  Biodinamica Craniosacrale a Firenze

Bernardo

Sono la mamma di Bernardo, un piccolo bambino che oggi ha 3 mesi e mezzo. Ho avuto una gravidanza regolare anche se densa, nei primi mesi, di paure da perdita viste precedenti esperienze.
Dentro la pancia l’ ho sempre percepito sereno, tranquillo e in ascolto profondo dei miei messaggi.
Bernardo è nato di parto naturale, un bellissimo travaglio, fatto in parte in acqua, e dall’aiuto e presenza costante del suo papà.
Bernardo è nato molto rosso e alle dimissioni ci volevano trattenere per livelli alti di bilirubina- Ci avrebbero fisicamente separati, dunque ho firmato e siamo andati in un altro ospedale dove la fototerapia la faceva a stretto contatto con me-
Da lì le prime complicazioni…Un difficile inizio di allattamento e soprattutto una certa inquietudine che nel neonato era quasi costante. Ho trascorso tanto tempo nell’azione di consolare il mio bambino attraverso il contatto, l’uso della fascia etc.
Era come se ci fosse in lui una tensione da sciogliere. Mi sono rivolta a Serena per provare il trattamento cranio-sacrale.
Abbiamo fatto in tutto 8 sedute.
Le prime il piccolo reagiva con aumentata agitazione. Poi lentamente ho iniziato a notare dei cambiamenti, li sentivo anche durante i trattamenti, sentivo che riusciva a raggiungere momenti di profonda quiete mentre lo allattavo e le mani leggere di Serena  lo aiutavano a mettersi in contatto con una dimensione di pace.

Una volta ricordo una sensazione di quiete totale e silenzio tutta intorno a noi…anche la natura sembrava per un attimo essersi messa in connessione con un silenzio di pace profondissimo. Forse è stato quello il momento della svolta. I cambiamenti hanno riguardato prima il ritmo sonno-veglia: Bernardo si abbandonava malvolentieri al sonno…gli resisteva provocandosi così ancora più agitazione. Piano piano ha iniziato ad addormentarsi con più facilità e questo portava il risultato di maggiore tranquillità.
In modo sfumato Bernardo ha avuto sempre meno bisogno di consolazione, è come se avesse accettato di essere uscito dalla pancia, di essere venuto al mondo. Ha percepito una maggiore fiducia in questo mondo e un’aumentata curiosità per esso.
Adesso Bernardo non ha più bisogno di essere costantemente in contatto con la mia pelle, riesce a stare nella sua piccola misura di autonomia, guarda al mondo sorridendogli, e vocalizzando la sua gioia di essere qua in mezzo a noi.

Siamo felici e onorati di questa esperienza di guarigione così sottile. Grazie, Bernardo e la sua mamma

Edoardo

A giugno scorso eravamo molto preoccupati ed avviliti perché nostro figlio Edoardo, 10 anni, da tempo si creava molti problemi e si faceva prendere dalla paura per tantissime cose.
In un primo momento pensavamo che fosse una cosa passeggera ma poi, invece che passare,  le sue paure aumentavano per tante cose in più e in tante più occasioni.
Ormai andare in soffitta era diventato un problema, alcuni animali ed insetti gli incutevano timore, restare solo era per lui impossibile ed il buio e la notte li affrontava soltanto nel mezzo del “lettone”.
A questo punto, tramite un’amica, siamo venuti a conoscenza della possibilità di aiutare Edoardo con la pratica craniosacrale e quindi abbiamo iniziato questo percorso con Serena.
Dopo circa tre mesi e mezzo e dopo sei sedute Edoardo è migliorato notevolmente, le sue paure sono diminuite tantissimo, la soffitta non è più un problema, rimane in casa da solo e finalmente dorme nel suo letto.
Certo non tutte le paure sono scomparse del tutto, ma quella paura che prima aveva iniziato a limitarlo  nella vita quotidiana, ora fortunatamente riesce a gestirla.

Per noi genitori è stata una esperienza positiva ed anche per Edoardo che ha partecipato con entusiasmo alle varie sedute.
Edoardo, Beatrice e Fabrizio

Libero

Premetto che non è facile descrivere quello che con il cuore riesci a vedere, perchè ho assistito ad uno spettacolo!
Libero è nato il 2 marzo 2011 a 38 settimane di 1.650 kg con parto cesareo. Il basso peso del bambino  ha, fin dall’inizio della gestazione,  fatto dimenticare che quella era ed è la sua storia.Siamo usciti dall’ospedale dopo 15 giorni, di cui 10 di incubatrice. il 16 marzo pesava 1.800 kg. I primi sei mesi riusciva a crescere regolarmente ma dal settimo al decimo mese, tutte le visite pediatriche non davano mai risultati rassicuranti sulla crescita. La linea era sempre sotto la norma, questo procurava ansia a me e al padre, non aiutando Libero a crescere in maniera autonoma e armoniosa.
Al controllo del decimo mese pesava 5.400 kg, il pediatra mi parlò di ormoni della crescita. Questo ci allarmò, non volevo vedere altri dottori, sentire altri pareri, rientrare nel concetto di  medicalizzazione.
Riconoscevo comunque le difficoltà del bambino che aveva nello stare seduto, nell’approcciarsi alle cose nuove, interagire con quello che gli stava intorno. un bambino sano che non aveva trovato un posto nel mondo. l’unione che si era creata con l’allattamento all’improvviso è cambiata, dovevamo affidarsi per non affogare ancora.
Mi sono affidata al craniosacrale pochi giorni prima del primo anno di età del bambino. Ricordo il primo trattamento come un presentazione del disagio: Libero era semplicemente stanco, aveva fatto molto per arrivare fino lì, io dovevo accettare la sua storia e lui sentirsi accettato. Un esperienza catartica: scoppi improvvisi di pianto, irrequietezza, tristezza, confusione seguita da un sonno ristoratore da cui si risvegliava con atteggiamento positivo, nuovo  e rilassato nei confronti della realtà. Una magia.
Sono bastati pochi altri trattamenti per dare voce alla salute del bambino che gli ha dato armonia e forza a tutte le espressioni del suo corpo.
A 15 mesi, dopo 3 mesi dal primo trattamento, era cresciuto 2 kg, camminava, insomma curiosava alla vita. Si era sbloccato!
Il cranio sacrale ti permette di far emergere il tuo  vero essere, facendoti vivere il presente.  Per noi il cranio sacrale è un inno alla vita.

Grazie! La mamma di Libero

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